Firmata da Alessandro Mendini nel 1978, questa sedia prende la sua forma da una tipica poltrona barocca del XVII secolo, decorata con bizarre esplosioni di colore alla maniera del pointillismo, il movimento pittorico nato dalle ceneri del post-impressionismo francese alla fine del XIX secolo.
L’accostamento di una forma tradizionale con un tipo di decorazione più moderna e apparentemente incoerente, dimostra una presa di posizione sullo stato del design contemporaneo: il concetto espresso da Mendini era che il design contemporaneo era giunto ad un punto di stallo, in cui non erano possibili nuove forme, e la decorazione aveva sostituito il design vero e proprio.
Il motivo pointillista è stato scelto come metafora per lo scrittore Marcel Proust, da cui la sedia prende il nome, contemporaneo dei post-impressionisti e ammiratore del pittore Paul Signac, i cui quadri ispirarono il motivo riportato sulla sedia.
Alessandro Mendini fu uno dei designer italiani più’ influenti della seconda metà del Novecento e, nel 1976, fu fra i fondatori del Gruppo Alchimia di Milano, che si configuro’ fin da subito come naturale successione del gruppo Antidesign rappresentato da Superstudio e Archizoom.
La sedia Proust, originariamente prodotta da Studio Alchimia, oggi è disponibile in due versioni di cui la prima, non concepita per la produzione commerciale, è prodotta in pochissimi pezzi dipinti a mano e firmati da Mendini, mentre la seconda versione, messa in produzione nel 1994 da Cappellini, si distingue dalla precedente per il motivo pointillista stampato, oltre ad altre versioni con diversi colori e materiali.
Sulla stessa linea della sedia Proust, Mendini ha prodotto altri oggetti ispirati ad altri illustri artisti, come la credenza in cui la decorazione si ispira a Kandinskij.
Arch. Elena Valori