L’ex convento francescano trasformato in auditorium
L’intervento nella chiesa del convento di Sant Francesc, situato nella città catalana di Santpedor, aveva lo scopo di trasformare l’edificio in un centro culturale; le due fasi attuate del progetto, elaborato dall’architetto David Closes, hanno permesso la costruzione di uno spazio adibito ad auditorium e zona culturale polifunzionale; è stata prevista anche una terza fase di attuazione, che consiste nel recupero dei piani superiori delle cappelle (sul lato sud della chiesa) da adibire ad archivio storico.
Il complesso conventuale di Sant Francesc, costruito nel XVIII secolo dai frati francescani, comprendeva la chiesa, costruita tra il 1721 e il 1729 e rimasta in uso fino al 1835, e il convento:quest’ultimo nel 2000 fu interamente demolito dallo Stato a causa delle sue condizioni di rovina; solo la chiesa e parte del muro perimetrale del convento rimasero in piedi, anche se in pessime condizioni.
La ristrutturazione della chiesa, iniziata nel 2003 ha portato all’isolamento dell’edificio stesso rispetto al complesso originale.
La chiesa, con una qualità costruttiva molto modesta già in origine, riportava seri danni strutturali: l’intento consisteva nel preservarne il profilo storico sul lato meridionale, mettendo in risalto le qualità e le caratteristiche degli spazi interni, oltre all’importante apporto di luce naturale proveniente dalle porzioni fatiscenti del tetto.
La premessa del progetto è stata quella di non modificare le dimensioni e la qualità spaziale della navata della chiesa e di mantenere l’ingresso di luce naturale: a tal fine sono state messe in atto soluzioni diverse, come ad esempio un grande lucernario sul lato nord dell’abside che consente la vista del campanile dall’interno della navata, e il taglio in copertura che garantisce l’ingresso di luce naturale radente al di sopra della parete di accesso.
Il recupero dell’edificio è stato sviluppato applicando il criterio di distinguere chiaramente gli elementi di nuova costruzione, utilizzando sistemi costruttivi e linguaggi contemporanei, in contrapposizione agli elementi originali della chiesa.
Un’altro importante punto su cui si basava l’intervento di recupero, era di mantenere l’unità e la dimensione della navata principale, pur dovendo costruire dei volumi aggiuntivi per la nuova destinazione d’uso; per preservare la lettura dello spazio ampio e unitario all’interno della chiesa, questi volumi sono stati per la maggior parte ubicati all’esterno dell’edificio.
L’insieme di scale e rampe, oltre a garantire l’accesso ai piani alti della chiesa, definiscono una sorta di percorso museale che attraversa tutto l’edificio.
L’intervento si è posto l’obiettivo sia di consolidare la struttura della originale, sia di mantenere il segno del degrado e dei crolli subiti dall’edificio nel corso dei secoli, preservando così l’eredità storica del luogo aggiungendo, allo stesso tempo, una valenza contemporanea.
Arch. Elena Valori