Il nuovo Museo del Novecento a Firenze
Continuiamo il nostro “viaggio” attraverso le realizzazioni concluse nel 2015 parlando del nuovo Museo del Novecento, inaugurato la scorsa estate a Firenze e dedicato all’arte italiana del XX Secolo.
Per la progettazione museografica ed espositiva del Museo, che ha sede nel suggestivo complesso monumentale del vecchio Ospedale di San Paolo ( più tardi conosciuto come la Scuola Leopoldina), di fronte alla Basilica di Santa Maria Novella è stato precedentemente necessario un lungo intervento di restauro a cura del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze.
Completato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti, il Museo del Novecento presenta una parte delle collezioni comunali insieme ad opere e documenti relativi agli ultimi decenni prestati da artisti, collezionisti e organizzazioni che hanno sostenuto la creazione di questo nuova istituzione.
Sviluppato in un tempo molto breve e con risorse economiche limitate, il progetto di Avatar Architettura (Nicola Santini e Pierpaolo Taddei) interpreta questo complesso sistema con originalità e sicurezza, pur confrontandosi con una posizione fisica importante ed una forte identità storica.
Il progetto museografico è stato definito dalla curatrice Valentina Gensini che ha incoraggiato la ricerca di “un nuovo concetto di museo coinvolgente e che offra un’esperienza unica per i visitatori: opere d’arte, installazioni, periferiche audio e apparecchi multimediali guidano i visitatori in un viaggio a ritroso dagli anni Novanta fino ad arrivare alle avanguardie di inizio Secolo.
L’ingresso del museo, che si trova sotto la loggia progettata da Michelozzo, conduce ad un grande chiostro che ospita la biglietteria: da qui il percorso espositivo prosegue al piano superiore dove, sul lato sul della loggia tre spazi, simili ad imbuti, caratterizzati dall’uso del colore, costituiscono l’accesso alle sale espositive.
Mentre l’ingresso è caratterizzato da una soluzione architettonica chiaramente riconoscibile, i progettisti hanno concepito il resto del percorso come una sorta di “spazio sospeso“; più neutra, ma fisicamente presente e materiale, la configurazione delle sale inizia con il piano metallico e continua nei pannelli che emergono da esso in alcune delle sale, mentre in altre i pannelli, rivestiti in gesso per creare l’ideale continuità della superficie, si distinguono dalle pareti.
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Concludendo riprendiamo quanto detto dagli stessi progettisti in merito al loro intervento:
“Abbiamo progettato lo spazio espositivo come un elemento che può essere manipolato direttamente, un mezzo attivo in grado di cambiare i rapporti tra il volume esistente e le opere d’arte.”
Arch. Elena Valori