La scheda AeDes, per la valutazione dei danni post sisma, è suddivisa in sezioni: vediamo come funziona la compilazione delle parti più prettamente legati ai danni alle strutture. La scheda AeDES (acronimo di Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica ) è un modulo per il rilevamento speditivo dei danni. È utile anche per la definizione di provvedimenti di pronto intervento e per la valutazione dell’agibilità post-sismica di edifici di tipologia strutturale ordinaria (in muratura, in cemento armato o acciaio intelaiato o a setti). Siano essi adibiti a civile abitazioni o edifici destinati a servizi. Questa scheda non può essere invece applicata a edifici che non ricadono nelle categorie sopra riportate, come:
- gli edifici industriali (quali ad esempio i capannoni prefabbricati)
- gli edifici monumentali (in particolare le chiese)
- altri manufatti (come serbatoi, etc…)
- opere infrastrutturali
Scheda AeDes 2021
La scheda AeDEs è finalizzata ad emettere un giudizio di agibilità in fase di emergenza post-sismica. Nello specifico, in base a quanto emerso dal sopralluogo, stabilisce se sono o non sono stati rilevati danni evidenti e si può ritenere o meno, se la funzionalità del fabbricato abbia o non abbia subito modifiche rispetto a come si presentava prima del sisma. Il sopralluogo viene condotto da tecnici appositamente formati e abilitati a tale funzione. La scheda consente inoltre di raccogliere informazioni relative alla tipologia costruttiva e al danno apparente e di graduare l’esito di agibilità secondo le seguenti categorie:
- A Edificio agibile: la funzionalità dell’edificio non risulta alterata a causa di eventuali danni causati dal terremoto;
- B Edificio temporaneamente inagibile (in tutto o in parte) ma agibile con provvedimenti di pronto intervento. L’edificio è in tutto o in parte temporaneamente inagibile, ma è sufficiente eseguire interventi di pronto intervento e di rapida realizzazione per ripristinare l’agibilità e poterlo utilizzare in tutte le sue parti, senza pericolo per i residenti;
- C Edificio parzialmente inagibile. L’edificio presenta porzioni che sono agibili ed altre zone che sono inagibili. È il Comune che specifica con Ordinanza sindacale le parti inagibili;
- D Edificio temporaneamente inagibile da rivedere con approfondimento. Si tratta di situazioni che presentano particolari peculiarità e che richiedono professionalità specialistiche. Si prevede quindi la ripetizione del sopralluogo da parte di una squadra adeguatamente formata. Fino a quel momento l’edificio è dichiarato temporaneamente inagibile;
- E Edificio inagibile. L’edificio non può essere utilizzato in alcuna delle sue parti. Un edificio può essere inagibile di tipo E per motivazioni legate alla struttura portante, agli elementi non strutturali e alle fondazioni;
- F Edificio inagibile per rischio esterno L’edificio è inagibile per rischio esterno, dovuto al contesto circostante, anche senza danni consistenti all’edificio. L’esito F è assegnato in aggiunta all’esito proprio dell’edificio che può variare da A ad E. Ad esempio, la sigla A+F corrisponde ad edifici agibili per condizioni intrinseche ma inagibili per rischio esterno.
Scheda AeDes 2021: Guida alla compilazione
Come definito nel manuale di compilazione della scheda AeDes,”la valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.”
La Sezione 3 della Scheda si propone, quale obiettivo principale, quello di indirizzare il rilevatore verso una conoscenza approfondita del manufatto. All’interno di un percorso guidato di analisi in grado di orientare verso il giudizio finale di agibilità. Evidenziando indicatori di vulnerabilità, che possono condizionare la riposta della struttura all’azione sismica.
Muratura
Iniziamo dalla muratura che viene distinta, in funzione della prestazioni offerte e del comportamento atteso, in due tipi in ragione della qualità (materiali, legante, realizzazione) e per ognuno è possibile segnalare anche la presenza di catene o cordoli se sono sufficientemente diffusi. I solai sono invece distinti in:
- deformabili
- semirigidi
- rigidi nel loro piano medio
Normalmente i solai in c.a. vengono considerati rigidi, quelli in putrelle e tavelloni semirigidi, quelli in putrelle e voltine o in legno sono deformabili, se non è stato realizzato un irrigidimento. In generale, gli edifici si considerano con strutture intelaiate di c.a. o in acciaio o in legno, rispettivamente se l’intera struttura portante fuori terra è in c.a. o in acciaio o in legno. Per gli edifici in muratura, l’analisi puntuale punta a stabilire sia la qualità della muratura stessa che della malta; su tali basi la muratura viene classificata in tre grandi famiglie:
- muratura irregolare (cod. A), costituita da elementi informi, che si possono presentare o come ciottoli di fiume, di piccole o medie dimensioni, levigati e con spigoli dalla forma decisamente arrotondata (provenienti dalle alluvioni da letti di torrenti e fiumi) o come scapoli di cava, scaglie, etc., ovvero elementi di diversa pezzatura a spigoli vivi, generalmente in calcare o pietra lavica;
- muratura sbozzata (cod. B), costituita da elementi sommariamente lavorati, dal taglio non perfettamente squadrato, che si presentano in forma pseudo-regolare o con orditura nastriforme di pietra (cosiddetti soletti);
- muratura regolare (cod. C), realizzata con elementi dal taglio regolare perfettamente squadrato, quale viene consentito da materiali come il tufo e alcune pietre, nonché dal laterizio.
A tale classificazione si affianca la valutazione della presenza o meno di rinforzi, oltre alla valutazione, come ricordato poco fa, della qualità della malta e della sezione muraria, quest’ultima distinta in due casi ovvero:
- muratura con paramenti ben collegati (Pc)
- paramenti scollegati(Ps) o mal collegati, come nel caso di molte murature a sacco.
Da notare che nelle ispezioni post-sisma la geometria della sezione è spesso osservabile in edifici che hanno subìto crolli parziali.
La classificazione dei solai nella scheda AeDes
Proseguiamo con la trattazione dei vari punti salienti della compilazione della scheda AeDes per la valutazione dell’agibilità di un edificio post sisma. Le strutture orizzontali, non essendo nella maggior parte die casi facilmente identificabili, richiedono da parte del rilevatore un’analisi di ulteriori elementi, oltre all’intervista ai tecnici locali e al proprietario, quali l’ispezione in locali non intonacati, come cantine, piani interrati, sottotetti, eccetera e l’analisi delle caratteristiche strutturali degli sbalzi (balconi, aggetti, pensiline).
Per quanto riguarda le strutture piane, i solai propriamente detti, la scheda AeDES distingue tre tipologie, in relazione alla loro deformabilità nel proprio piano:
- Travi con soletta deformabile (travi in legno con semplice tavolato, travi e voltine, etc..): la deformabilità e/o la scarsa resistenza di questa tipologia fanno sì che, pur se ben collegate alla struttura verticale (condizione peraltro che non si riscontra quasi mai), non siano in grado di costituire vincolo alle pareti sollecitate fuori del piano né di ridistribuire le forze sismiche tra le pareti sollecitate nel piano; può quindi accadere che questi orizzontamenti sollecitino le pareti fuori del piano, agevolando il crollo;
- Travi con soletta semirigida (travi in legno con doppio tavolato, travi e tabelloni, etc..): la rigidezza e la resistenza di questa tipologia fanno sì che, se ben collegate alla struttura verticale (condizione per lo più verificata in presenza di cordoli efficaci e/o apposite cuciture diffuse e ben realizzate), siano in grado di costituire vincolo sufficientemente rigido alle pareti sollecitate fuori del piano e ridistribuire le forze sismiche tra le pareti parallele alla direzione dell’azione, che racchiudono il campo di solaio. Questi solai non sono invece sufficientemente rigidi da determinare una ridistribuzione delle forze sismiche tra tutte le pareti dell’edificio;
- Travi con soletta rigida (solai in cemento armato e travi ben collegate a solette in c.a): la rigidezza e la resistenza di questa tipologia fanno sí che, se dotate di un collegamento alla struttura verticale (condizione di solito verificata, specialmente in presenza di cordoli efficaci e/o apposite cuciture diffuse e ben realizzate), siano in grado di costituire vincolo alle pareti sollecitate fuori del piano e ridistribuire le forze sismiche tra le pareti parallele alla direzione dell’azione. Si determina un corretto comportamento del pacchetto muraria, nel quale le pareti sollecitate fuori del piano sono ben vincolate ai solai, funzionando secondo uno schema favorevole a trave o piastra vincolata sui bordi, e le forze sismiche vengono riportate a terra attraverso le pareti ad esse parallele.
Per quanto concerne invece gli orizzontamenti voltati, la distinzione fondamentale è tra:
- Volte senza catene: ovvero strutture spingenti già sotto l’azione dei soli carichi verticali, che possono ulteriormente aggravare questa spinta per effetto dell’azione sismica, e portare dunque al collasso fuori del piano delle pareti;
- Volte con catene: ossia quelle strutture la cui spinta viene eliminata o notevolmente ridotta grazie alla presenza di catene ben ancorate, o viene contrastata da idonei speroni.
Per concludere vogliamo precisare che, qualora ci trovassimo di fronte ad un edificio ad unico piano fuori terra, l’unico solaio esistente, in questo caso, verrebbe classificato nella scheda AeDes anche sotto la voce Copertura, di cui parleremo nel prossimo articolo, oltre a specificare la tipologia di struttura.
Tipologie di coperture per la compilazione della scheda AeDES
Altra voce della scheda AeDES che richiede particolare attenzione ai fini della valutazione di agibilità di un’immobile interessato da evento sismico è la tipologia di copertura. Le coperture, infatti, influenzano in modo positivo o negativo il comportamento sismico dell’edificio, fondamentalmente attraverso due fattori: il peso e l’eventuale effetto spingente sulle murature perimetrali.
Facciamo un esempio: per un edificio in muratura la tipologia di copertura ideale al fine della resistenza alle forze sismiche è composta da una struttura leggera, rigida e resistente e ben collegata alla struttura muraria; si tratta quindi di una copertura che trasmette basse forze d’inerzia e ridistribuisce le forze sismiche sulle tamponature verticali, costituendo un ottimo vincolo per le pareti sollecitate fuori del piano. Solitamente però queste tre condizioni sono difficilmente realizzabili contemporaneamente.
Nelle vecchie costruzioni, spesso si trovano coperture spingenti, ovvero che applicano forze orizzontali ortogonali alle pareti su cui appoggiano, per effetto dei soli carichi verticali. Una condizione questa, che viene aggravata ulteriormente in concomitanza con il manifestarsi dell’evento sismico (forze sismiche orizzontali e verticali).
Vi sono casi in cui, in un medesimo edificio sono presenti varie tipologie di copertura ma, poiché la compilazione della scheda AeDES richiede nella sezione “coperture” di selezionare una sola tipologia, dovrà essere identificata nella compilazione quella che condiziona maggiormente la vulnerabilità della struttura, delegando alle note finali la più puntuale definizione della composizione dell’edificio.
Come già detto nell’introduzione, la scheda AeDES identifica come parametri fondamentali il peso e il carattere spingente o meno della copertura; ad ogni categoria di copertura viene associato il comportamento che ne subisce la struttura.
- Spingente pesante: è questa indubbiamente la condizione più gravosa, in quanto la massa elevata causa l’insorgenza di forze sismiche notevoli, mentre l’effetto spingente porta al collasso fuori del piano delle pareti sottostanti;
- Non spingente pesante: solitamente la pesantezza è associata alla tipologia di solaio latero-cementizio, che solitamente garantisce una buona resistenza e rigidezza nel piano, e quindi una capacità di ridistribuzione delle forze sismiche sulle pareti più idonee a sostenerle. Per contro peró l’eccessiva pesantezza può generare forze, sia statiche che dinamiche, che possono superare la resistenza delle murature, soprattutto se queste ultime sono di scarsa qualità;
- Spingente leggera: le pericolosità di questa tipologia sono legate principalmente all’aggravamento delle spinte orizzontali sulle pareti di appoggio, dovute alle azioni sismiche;
- Non spingente leggera: trattasi della condizione sicuramente più favorivo, per i bassi valori delle forze sismiche e l’assenza di aggravi per effetto delle spinte; questa condizione risulterebbe ancora più favorevole se la struttura di copertura avesse una sufficiente rigidezza e resistenza nel suo piano, così da svolgere anche un ruolo positivo in termini di miglioramento del comportamento scatolare d’insieme della muratura.
Concludiamo ricordando che si considerano coperture leggere quelle realizzate in acciaio o legno (salvo il caso di solette in c.a, lastre o tegole pesanti). Mentre le coperture pesanti sono quelle realizzate in cemento armato. Per quanto riguarda invece l’effetto spingente, vanno considerati la presenza e/o l’efficacia dei seguenti elementi:
- cordolo
- muro di spina
- catene
- trave rigida di colmo
- capriate a spinta eliminata su cui gravano travetti longitudinali
Giudizio di agibilità: il risultato della scheda AeDes
Come abbiamo detto all’inizio di questa nuova serie di articoli dedicati agli interventi post sisma, la valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva. Cioè formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili. È volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici interessati possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.
Questa valutazione di agibilità si fonda dunque sull’analisi del quadro di danneggiamento da valutare con riferimento alle caratteristiche costruttive (e alle eventuali gravi carenze strutturali) del manufatto analizzato. Ed è finalizzata a distinguere in tempi brevi condizioni di rischio per gli utilizzatori. Pertanto la dichiarazione di agibilità consiste, esclusivamente, nel verificare che le condizioni dello stabile. Quali si presentavano prima del sisma, non siano state sostanzialmente alterate a causa dei danni provocati dal sisma stesso.
Ciò significa che a seguito di una scossa successiva, di intensità non superiore a quella per cui è richiesta la verifica. È ragionevole supporre che non ne derivi un incremento significativo del livello di danneggiamento generale, tale da determinare situazioni di crollo parziale o totale. La sezione 8 della scheda AeDes, per la valutazione dell’agibilità di una struttura, è composta da cinque parti:
- Valutazione del rischio: si sintetizzano le osservazioni riportate nelle sezioni precedenti (da 3 a 7) in termini di rischio, al fine di indirizzare il giudizio di agibilità;
- Esito di agibilità: si riporta il giudizio di agibilità, che deve essere coerente con l’analisi di valutazione del rischio;
- Accuratezza della visita:si riporta una valutazione in ordine al livello di accuratezza della fase di rilievo, dipendente dal livello di completezza del sopralluogo. Ovvero si riferiscono le motivazioni che non hanno consentito lo svolgersi del sopralluogo;
- Provvedimenti suggeriti di pronto intervento di rapida realizzazione: si propongono i provvedimenti di rapida realizzazione che potrebbero rendere agibile l’edificio. Nel caso in cui i danni siano modesti, e gli interventi poco impegnativi e rapidamente eseguibili oltre agli eventuali provvedimenti necessari per garantire la pubblica/privata incolumità negli altri casi.
- Unità immobiliari inagibili, famiglie e persone evacuate: si quantificano le conseguenze del giudizio emesso in termini sociali.
Soffermandoci sul secondo punto (esito di agibilità), per arrivare a tale giudizio sono previste due valutazioni distinte. Di cui la prima esprime una valutazione sull’esito intrinseco del fabbricato, con cinque diverse alternative, ovvero:
- Esito A: edificio agibile
- Esito B: edificio temporaneamente inagibile (in tutto o in parte) ma agibile con provvedimenti di pronto intervento;
- C: edificio parzialmente inagibile;
- D: edificio temporaneamente inagibile da rivedere con approfondimento;
- E: edificio inagibile.
La seconda parte della valutazione invece esprime una valutazione commessa a cause esterne, da cui ne deriva l’Esito F: edificio inagibile per rischio esterno. In questo caso dovrà essere indicata la natura delle cause esterne che hanno portato a tale giudiziose. Successivamente proporre eventuali provvedimenti di pronto intervento, al fine di poter valutare la rimozione o meno di tali cause con successive azioni.
Concludiamo ricordando che la scheda AeDes definisce provvedimento di pronto intervento le seguenti operazioni da svolgere sulla struttura in esame:
- rimozione di parti pericolanti
- piccole riparazioni
- puntellamenti
- cerchiature tiranti
- riparazione di impianti
Arch. Elena Valori