Ristrutturare una casa datata può nascondere brutte sorprese, personalmente ho dovuto affrontare qualche imprevisto, che con le giuste conoscenze sono riuscito a risolvere. Per questo ho deciso di condividere le mie scoperte e conoscenze per aiutare chi si addentra in questo fantastico mondo.
Calcolando che fino al 1992 era legale utilizzare amianto e la maggior parte delle coperture di case, garage e stalle veniva realizzata in eternit, ovvero un mix di amianto e cemento, sicuramente può capitare di imbattersi in questo materiale, da conoscere e trattare con cautela.
Conosciamo bene l’amianto: cos’è e perché è stato vietato
L’amianto è un minerale fibroso, formato da filamenti lungi e flessibili. Composto da silicato di magnesio e ferro viene considerato un materiale indistruttibile e ignifugo.
Per via di queste caratteristiche per anni è stato utilizzato per rinforzare il cemento in costruzioni e coperture dei tetti e per isolare anche le navi. Intorno agli anni ’80 si realizzò uno studio sulle sue polveri, che vennero decretate dannose.
Le particelle di amianto inalate si insidiano all’interno dei polmoni e possono restare là per decenni, questo provoca con il tempo il danneggiamento delle cellule, con la conseguenza di patologia molto gravi come tumori o l’asbestosi che compaiono anche dopo venti o trent’anni.
Ecco spiegato il motivo per il quale nessuno dopo quegli anni ha voluto utilizzare eternit e derivati per costruire la propria abitazione, e con il tempo si sono trovate soluzioni migliori e salutari.
Esiste un obbligo legale di smaltire l’amianto
Alcune leggi che regolamentano questo materiale hanno delle incongruenze, ovvero ne vietano l’utilizzo, ma non obbligano allo stesso tempo nei siti esistenti lo smaltimento.
Certo credo che nessuno di noi metterebbe a rischio la vita di sè stessi e dei propri cari per evitare di smaltire qualche lastra di eternit. Se si decide di rischiare tenendo un materiale canceroso nella propria abitazione le spese di manutenzione ci sono e a nostro avviso anche più onerose che quelle di sostituzione con smaltimento consapevole.
Si devono applicare dei prodotti che creino una pellicola che non permetta la dispersione di fibre nell’aria, si deve far monitorare spesso lo stato di compattezza delle lastre da dei professionisti che possano certificarne lo stato ottimale e comunicare i risultati all’A.S.L. di zona.
Certo è che sulla salute non si scherza e personalmente non correrei un rischio simile e non lo farei neanche per la mia famiglia.
Cosa fare per smaltire correttamente l’amianto
Un primo grande consiglio è quello di evitare il fai da te, stiamo parlando di un materiale potenzialmente cancerogeno, che ha una pericolosità che aumenta esponenzialmente nell’attimo esatto in cui viene mosso per la possibile perdita di particelle che si possono respirare.
Dipende anche dalla tipologia di amianto, ovvero se sia compatto o friabile. Per entrambe esistono forme di smaltimento e rimozione specifiche.
È bene affidarsi ad una ditta specializzata nella rimozione, stoccaggio e bonifica di materiali in amianto.
La ditta si occuperà di dare le dovute comunicazioni all’A.S.L. della data di smaltimento e a trattare il materiale con tutte le attenzioni per fare in modo che durante il trasporto non vi sia alcuna perdita di fibre d’amianto.
Quindi in sunto, la cosa giusta da fare per smaltire correttamente l’amianto è quello di rivolgersi a ditte specializzate che in poco tempo risolvono il problema senza rischio alcuno.
Ad esempio in Lombardia, la MBA Ambiente è una delle maggiori aziende qualificate nella bonifica di amianto a Milano.