Altra location adatta ad un suggestivo viaggio alla scoperta dell’architettura contemporanea è sicuramente Taipei, capitale e città più importante di Taiwan.
Il nostro viaggio inizia inevitabilmente dall’edificio che è diventato “simbolo” dell’Isola negli ultimi anni: il grattacielo Taipei 101:
Inaugurato alla fine del 2004 e sesto grattacielo più alto del mondo, progettato dallo studio di architettura C.Y.Lee & Partners sotto la guida dell’architetto Chung Ping Wang, con i suoi 101 piani e la caratteristica forma a bambù (dove 8 moduli uno sopra l’altro s’innalzano da un basamento piramidale) è entrato ormai a far parte dell’immaginario collettivo
Possiamo definire questo edificio come un vero e proprio gioiello di ingegneria: la struttura infatti è costituita da 8 colonne d’acciaio (due per ogni angolo) che dal 1º al 62º piano sono riempite di un cemento speciale; ogni 8 piani altre travi collegano le colonne con un’anima di 16 piloni.
I nuovi simboli architettonici di Taipei
Flessibilità e resistenza (caratteristiche tipiche del bambù che ne richiama la forma esteticamente) sono ottenute anche tramite una sfera di acciaio del diametro di 5,5 metri, sostenuta da otto pompe idrauliche che, situata all’interno dell’edificio tra l’87º e il 92º piano, con le sue oscillazioni (che vanno da 1 cm al massimo di 1,5 m) controbilancia le inclinazioni suscitate dai forti venti, che a certe altezze possono raggiungere i 200 km/h e dai terremoti; già durante la costruzione l’edificio ha resistito ad un terremoto di magnitudo 6,8 della scala Richter.
La prossima tappa è il cantiere dell’avveniristica torre Tao Zhu Yin Yuan, che dovrebbe vedere la chiusura dei lavori a settembre 2017 diventando l’attrazione architettonica principale della città di Taipei.
L’architetto francese Vincent Callebaut, sulla base del Bosco Verticale di Stefano Boeri, ha ideato un grattacielo a spirale che verrà poi ricoperto da circa 20 mila alberi in grado di assorbire ogni anno circa 130 tonnellate di anidride carbonica.
Il complesso, che occuperà una superficie di oltre 40 000 metri quadri, prevede una struttura a doppia elica che dalla base alla sommità effettuerà una rotazione di 90 gradi: l’interno, suddiviso in 21 piani sarà totalmente ecosostenibile, e sfruttarà al massimo l’illuminazione naturale (da qui l’idea dello sfalsamento dei vari livelli) e la ventilazione esterna, garantita tramite impianti che si affiancheranno al sistema per la raccolta e il riciclo dell’acqua piovana, ai pannelli solari e ai moduli fotovoltaici collocati sulle balconate, che sfruttano la forma stessa dell’edificio per ottimizzare l’esposizione solare.
Concludiamo il nostro “tour virtuale” con il Taipei Performig Arts Centre la cui inaugurazione è prevista per giugno di quest’anno; il design che Rem Koolhaas e il suo studio OMA hanno ideato per questo edificio destinato ad eventi è sicuramente rivoluzionario: si tratta di un teatro con una scena di 60 metri e una struttura estremamente versatile, efficiente e al tempo stesso strettamente connessa con il tessuto urbano
L’edificio ospita tre differenti strutture, un teatro da 1.500 posti e due da 800, come risultato finale di una lunga ricerca portata avanti dagli architetti sul “fare teatro”. Inseriti in un cubo centrale rivestito di vetro ondulato, i tre teatri condividono backstage e ingranaggi meccanici; due di essi possono unirsi in un unico teatro con una scena di 60 metri per nuove forme sperimentali di performance.
Il cubo centrale, sollevato dal suolo, permette una sorta di estensione della strada sia al di sotto che al di sopra dell’edificio, conducendo i fruitori ad accedere ad uno spazio pubblico costituito dal backstage, generalmente nascosto. La volontà dei progettisti è che il TPAC faccia sì che chi frequenta il teatro viva l’esperienza di essere a contatto con nuovi elementi della vita teatrale, solitamente non visibili al pubblico; infine acustica, scenografia e illuminazione sono stati progettati per ospitare qualsiasi tipo di evento, dall’opera lirica all’opera cinese, dalla danza classica a quella moderna.
Arch. Elena Valori