Basilea e l’architettura che non ti aspetti
Dall’assolata Valencia, ci spostiamo al clima più rigido della Mittel Europa, precisamente a Basilea, in Svizzera: come ben sappiamo, il territorio elvetico è una culla di grandi architetti, da Le Corbusier ai contemporanei Mario Botta, Peter Zumthor ed Herzog & de Meuron; proprio questi ultimi, originari di Basilea appunto, hanno realizzato per la propria città natale una serie di architetture interessanti, meta del nostro “viaggio” di oggi.
Arrivando nella città sul Reno dalla stazione ferroviaria, il primo edificio che incontriamo è la nuova cabina centrale di manovra delle ferrovie: conosciuta anche come la “Torre di rame” questo edificio che non passa inosservato è fra le prime opere degli architetti Jacques Herzog e Pierre de Meuron.
Costruita tra il 1998 e il 1999, la struttura muraria è coperta da strisce di rame che si avvolgono in corrispondenza di determinati punti in modo tale da permettere alla luce di entrare nell’edificio; il rame avvolto agisce anche come una gabbia di Faraday e protegge i sensibili impianti elettronici della cabina di manovra dai fulmini.
Per raggiungere una delle architetture più famose realizzate dagli architetti Herzog & de Meuron, dobbiamo spostarci appena fuori città, ma già in territorio tedesco, esattamente nella cittadina di Weil am Rhein, dove ha sede il Campus Vitra.
In uno spazio relativamente contenuto si ha una eccellente concentrazione di architettura contemporanea, ad iniziare proprio dalla Vitra House progettata dai due architetti svizzeri, che ripropongono in chiave innovativa il modello archetipico della casa, inteso come composizione di cinque piani (due pareti, due falde inclinate e un pavimento).
Il progetto prende quindi forma da un assemblaggio tridimensionale, apparentemente caotico, di 12 “singole case” concepite come elementi astratti. Solo i terminali cuspidati sono aperti e finiti da ampie vetrate a filo, mentre i corpi longitudinali sembrano tranci di un’unica estrusione. Le diverse unità si intersecano sviluppando cinque piani complessivi, e raggiungendo in qualche punto a sbalzo un’altezza di 15 metri. Ne risulta una piccola città stratificata verticale.
Con una lunghezza massima di 57 metri, una larghezza di 54 e un’altezza di 21,30 metri, VitraHaus è oggi l’edificio più alto del Campus, nonché nuovo punto di riferimento del Campus.
Del Campus fanno parte anche il Vitra Design Museum, progettato da Frank O. Ghery, il Padiglione per conferenze di Tadao Ando e la Fire Station di Zaha Hadid che ospita oggi mostre ed eventi organizzati dal Vitra museum: a questi si affiancano installazioni temporanee come il modulo abitativo Diogene sviluppato da Renzo Piano ed installato nel cortile antistante al Vitra House nel 2013.
Torniamo in città per ammirare un altro luogo “saturo” di architettura contemporanea, ovvero il Campus Novartis: ogni edificio del campus è stato progettato da un architetto diverso, vi hanno lavorato infatti Frank O. Gehry, Diener & Diener, Sanaa e molti altri architetti; l’edificazione di questa «città nella città» è ancora lontana dall’essere terminata. Pur non essendo normalmente accessibile al pubblico, ogni due settimane vengono organizzate delle visite guidate all’interno del campus.
Concludiamo il nostro tour con un edificio realizzato a Basilea da Mario Botta, il Museo Tinguely: inaugurato nel 1996 il museo, che si affaccia sulla sponda sud del Reno, contiene la maggior esposizione al mondo di opere dello scultore Jean Tinguely: le forme e i materiali tipici delle architetture di Mario Botta lo rendono una presenza riconoscibile all’interno del tessuto cittadino.
Arch. Elena Valori