Oxford e il restauro della biblioteca
Nel cuore del centro storico di Oxford, la New Bodleian Library (ora conosciuta come la Weston Library), edificio storico costruito nel 1940, è una risorsa vitale per la ricerca accademica.
Nel 2006, lo studio di architettura WilkinsonEyre è stato incaricato di ristrutturare la biblioteca, ripensandola come un nuovo punto di riferimento culturale e intellettuale per la città.
L’idea era di aprire l’edificio per consentire un maggiore afflusso di pubblico, da coinvolgere in una serie di attività organizzate all’interno della biblioteca; questo concept ha portato alla creazione di nuovi spazi per un programma di mostre e seminari sulle straordinarie risorse delle collezioni della Bodleian.
Il progetto “collabora” con il design preesistente, opera di Giles Gilbert Scott, rinvigorendo lo spazio con un diagramma di circolazione migliorato e con la creazione di una serie di nuovi spazi, tra cui una sala lettura senza dubbio spettacolare a livello del tetto.
L’edificio preesistente non era stato concepito come un edificio pubblico ( era essenzialmente un impianto di stoccaggio); nel 2010 l’università ha aperto un nuovo impianto di stoccaggio, e lo studio WilkinsonEyre ha potuto “celebrare” il suo patrimonio edilizio esistente aprendo dei vuoti nell’edificio che incorniciano il volume centrale, dedicato alla raccolta dei volumi, illuminando così l’interno con la luce naturale.
Il progetto è fortemente incentrato sul miglioramento della catalogazione libraria e della ricerca all’interno della struttura, ma offre allo stesso tempo l’opportunità di aumentare il rapporto della biblioteca con il suo ambiente urbano, confrontandosi con Broad Street e con la Bodleian Library presente nel palazzo di fronte.
La griglia compositiva del piano terra dell’edificio è stata studiata in rapporto col contesto circostante in modo tale da aprire nuovi ingressi e favorire l’accesso del pubblico.
La ristrutturazione, terminata nel 2015, ha quindi consegnato ad Oxford uno spazio culturale fruibile sia dagli studiosi, i quali possono attingere al patrimonio inestimabile delle collezioni librarie ospitate, che dai cittadini.
Arch. Elena Valori