Le Grafton architects: Shelley McNamara e Yvonne Farrel, queste due donne sono le fondatrici dello studio Grafton Architects; uno degli studi di architettura più famosi al mondo. Lo studio si trova a Dublino, città dove hanno studiato e insegnato Shelley McNamara e Yvonne Farrel. Adesso scopriremo più su di loro e sui loro progetti.
Grafton Architects: biografia
Sia Shelley McNamara che Yvonne Farrel si sono laureate all‘University College Dublin nel 1974, e hanno iniziato l’attività di insegnamento. Il nome del loro studio, che ora ha moltissimi collaboratori ma è partito con soli altri tre soci nel 1978, ha voluto sottolineare il loro legame con la città di Dublino; il nome Grafton Architects viene infatti dalla via dove lo studio è situato, non dai nomi di nessuno dei fondatori nè dei collaboratori, come spesso avviene. Entrambe le fondatrici hanno insegnato dal 1976 al 2002 all’University College Dublin, ma hanno insegnato come visiting professors anche a Losanna, alla EPFL (2010-2011). Attualmente insegnano all’Accademia di Architettura a Mendrisio, in Svizzera.
Grafton Architects: opere e stile
L’approccio di queste due professioniste è molto particolare, durante i primi trent’anni della loro attività hanno scelto di lavorare prevalentemente in Irlanda e a Dublino, per mettere al centro dell’attenzione la loro città e valorizzarla. Esempio di questa filosofia è l’attenzione particolare per l’edilizia scolastica, in particolare universitaria, che le ha portate poi oltre i confini nazionali. Il primo edificio progettato da Grafton Architects fuori dall’Irlanda è stato infatti completato nel 2008. La politica di Shelley McNamara e Yvonne Farrel non è mai stata quella di mettere al centro loro stesse come individualità, in un momento storico dove si parla frequentemente di ‘Archistar’, e si contraddistinguono per la loro fama in un mondo professionale generalmente dominato dagli uomini. Nella monografia uscita per i trent’anni di attività dello studio, uscita nel 2018 in occasione della Biennale di Venezia, di cui sono state curatrici con il tema FREESPACE, curata da Robert McCarter, sono presenti anche tutti i concorsi non vinti e gli edifici rimasti irrealizzati.
Per la monografia: Robert McCarter – Grafton Architects
Phaidon, maggio 2018
Pagg. 256, € 69,95
I progetti del Grafton Architects a Dublino
Come avevamo già detto, durante i primi 30 anni di attività lo studio Grafton Architects ha lavorato soltanto a Dublino e in Irlanda, tra i progetti realizzati ci sono il North King Street Housing, l’ Urban Institute of Ireland, l’ University College Dublin, il Solstice Arts Centre, il Loreto Community School, gli Uffici per il Dipartimento delle finanze, la Medical School, l’University of Limerick.
Robert McCarter, nella prefazione della sua monografia sul Grafton Architects ci racconta come il legame tra lo studio e la città sia profondo e fondamentale:
“We cannot understand the work of Grafton Architects separately from their place, and it is impossible to overestimate the influence of Dublin on Farrell and McNamara’s development as architects. This is especially so given that they built exclusively in Dublin and Ireland for the first thirty years after establishing their practice, constructing sixteen major projects in that time, and yet it was only in 2008 that construction was completed on their first building outside Ireland”
The long House, Dublino
Questa casa è molto particolare, la facciata di legno è in contrasto con le mura in pietra e cemento, all’interno sono state scavate le stanze, come se vi fossero due blocchi strutturali che vanno a intersecarsi uno sull’altro, per massimizzare la lunghezza della struttura (larga 6 metri e lunga 20, da qui il nome Long House).
L’esposizione FREESPACE
Alla Biennale di Venezia 2018, Shelley McNamara e Yvonne Farrel hanno curato la 16esima mostra internazionale dell’Architettura, nel loro manifesto spiegano il concetto di FREESPACE, posto al centro dell’esposizione. Freespace pone i concetti di umanità e di generosità dello spirito all’ordine del giorno, vuole concentrarsi sullo spazio stesso, in quanto l’architettura, tramite lo spazio, offre un luogo perché l’uomo realizzi i suoi desideri e le sue possibilità. In FREESPACE, si può godere della luce naturale, dei materiali forniti dalla natura e del nostro ambiente. Dobbiamo, nonostante le ristrettezze di budget, cercare di utilizzare la generosità nella progettazione di architetture, perché queste sono in primis spazi di vita, di contatto umano, di comunità, e devono favorire lo scambio sia con il tessuto urbano che tra gli individui.
L’università Bocconi a Milano
In italia lo studio Grafton architects ha realizzato la sede dell’Università Bocconi. Questa si affaccia su viale Bligny, zona trafficata e confuzionaria, l’atrio dell’edificio deve essere sia una finestra sulla città di Milano, che ha un profondo legame con questa Università, sia fare da filtro tra esterno e interno, garantendo concentrazione e serenità degli studenti. Dall’esterno deve sembrare che lo spazio pubblico ‘continui’ fino all’interno dell’edificio. Il progetto, terminato nel 2008 è stato nominato World Building of the Year all’ innaugurazione del World Architecture Festival, e il RIAI Institute of Architects of Ireland gli ha assegnato la Gold Medal for Architecture 2007 – 2009, mentre è arrivato tra i finalisti del Mies van der Rohe Awards, nel 2009.
Le architetture universitarie internazionali
La Kingston University London, è un edificio dove coesistono varie attività e discipline, ha intorno alla struttura un colonnato aperto, seguendo la tradizione del ‘portico’, elemento architettonico che deve favorire l’interazione e la comunicazione. Lo studio Grafton Architects ha realizzato anche un edificio per la London School of Economics.
L’University Campus UTEC, a Lima, in Perù, è un’altra struttura universitaria molto particolare.
Grafton Architects: curiosità
I premi vinti dallo studio sono innumerevoli, e sono arrivati da tutto il mondo. Per esempio il leone d’argento alla Biennale di Venezia nel 2012, il RIBA Stirling Prize nel 2013, il Jane Drew Prize nel 2015.I più recenti sono il Pritzker Prize, e la RIBA Royal Gold Medal, vinti entrambi nel 2020, e tra i più importanti a livello internazionale.