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Philip Johnson

Philip Johnson, il primo vincitore del Pritzker

1979: la prima edizione del Pritzker Prize

Il celebre premio Pritzker, come abbiamo già ricordato in apertura di questa serie, venne fondato nel 1979: il primo architetto ad aggiudicarsi tale prestigioso premio, fu l’americano Philip Johnson.

Nato nel 1906, Philip Johnson è stato uno fra i più influenti architetti del XX secolo, nonché teorizzatore dell’ International Style e del Decostruttivismo; il primo approccio di Philip Johnson con l’architettura avvenne nel 1928 durante un viaggio in Egitto, ma è nel 1929 che la figura di Alfred H. Barr Jr., docente di arte moderna presso il Wellesley College, sollecito’ il definitivo interesse di Johnson per l’architettura.

Nel 1940 Johnson frequento’ la Facoltà di Architettura di Harvard sotto la guida di Walter Gropius, e proprio a causa dell’eccessiva posizione funzionalistica del grande maestro, Johnson inizio’ a negare le basi dell’Existenz-Minimum, giungendo fino alla sua prima realizzazione importante risalente al 1949, la Glass House a New Canaan; in questo progetto si impose la chiarezza, l’autorità e la purezza del vetro come carica avanguardistica applicata già tempo prima da altri grandi maestri quali Bruno Taut.

Glass House a New Canaan

Fra le innumerevoli opere realizzate nell’arco della sua carriera, ricordiamo il Sony Building a New York e la Puerta de Europa a Madrid.

L’ AT&T Building, denominato anche Sony Building grattacielo composto da 37 piani lungo Madison Avenue e completato nel 1984, rimane ancora oggi uno degli inconfondibili simboli dello skyline di Manhattan; il progetto di Johnson ripropone audacemente una serie di elementi del passato: da una parte intende citare Louis Sullivan, il grande maestro della scuola di Chicago che già alla fine dell’Ottocento riuscí ad anticipare lo stile americano per il secolo successivo, dall’altra è proprio l’architettura classica la grande fonte di ispirazione e ciò appare evidente in innumerevoli aspetti, dal rivestimento in granito rosa, agli archi della grande loggia d’ingresso (alti sette piani), passando per le finestre circolari e, soprattutto, per il discusso timpano che sormonta l’edificio rendendolo una vera e propria icona.

AT&T Building

Di tutt’altro linguaggio invece il progetto dei grattacieli Puerta de Europa a Madrid, realizzate con l’architetto John Burgee e terminate nel 1995: queste due torri per uffici, alte 115 metri, sfidano le convenzioni tipiche dei grattacieli poiché sono state concepite e costruite con una inclinazione di 15 ° rispetto alla verticale. Da un punto di vista prettamente tecnologico, questo tipo di soluzione è stata ottenuta mediante l’inserimento di elementi in acciaio con membri diagonali, verticali e orizzontali che costituiscono un nucleo verticale rinforzato, oltre ad un contrappeso di cemento realizzato attraverso un grande basamento che si trova sul lato opposto dello sviluppo inclinato delle costruzioni e collegato alla parte superiore tramite un cavo in acciaio che fornisce la resistenza necessaria a vincere le forze che tentano di ribaltare le torri; data la conformazione dell’area di progetto, già occupata dalle tre fermate della metropolitana e relativi passaggi pedonali, per creare l’effetto di “portale d’accesso” al quartiere finanziario gli architetti hanno optato per la soluzione di inclinare reciprocamente le due torri l’una verso l’altra, per evitare una eccessiva separazione che avrebbe potuto ridurre l’impatto sullo skyline della città.

Puerta de Europa a Madrid Puerta de Europa a Madrid sezione

 

Arch. Elena Valori

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