Polipropilene, noto anche con l’abbreviazione PP, è una delle materie plastiche più utilizzate insieme al polietilentereftalato. I suoi utilizzi spaziano dai tessuti e imballaggi fino ai dispositivi medici, dalle attrezzature da laboratorio fino alle componenti automobilistiche. Il polipropilene fu inventato all’inizio degli anni ’50 quando si cercò di polimerizzare le olefine. Paul Hogan e Robert Banks riuscirono a polimerizzarle ma, né il catalizzatore né le sue proprietà si rivelarono ottimali per l’uso industriale.
Più tardi, dopo vari tentativi, il tedesco Karl Ziegler ottenne polietilene ad alta densità con i suoi catalizzatori organometallici. Questi, per il loro ottimo utilizzo, furono battezzati con il nome di catalizzatori Ziegler e alla fine del 1953 fu prodotto il polipropilene. Nel 1954 l’italiano Giulio Natta produsse il PP isotattico solido utilizzando catalizzatori Ziegler.
All’interno di questo articolo, vedremo che cos’è e quali sono le principali tipologie di polipropilene sul mercato.
Polipropilene: Cos’è?
Il polipropilene, come suggerisce il nome, deriva dalla polimerizzazione del propilene, materiale che rientra nella categoria dei termoplastici. Questo polimero è ottenuto dal propene e per le sue caratteristiche ne consente l’utilizzo in diverse applicazioni. Le sue caratteristiche principali sono:
- la versatilità, dato che è compatibile con la maggior parte delle tecniche di lavorazione esistenti. Inoltre si utilizza in diverse applicazioni commerciali come imballaggi, automobili, tessuti, stoviglie, medicinali e tubi. Con questo materiale, si possono realizzare tanti complementi di arredo come sedie da giardino e simili.
- Ha anche una buona lavorabilità dato che è il materiale plastico con il peso specifico più basso, il che implica che è necessaria una quantità minore per ottenere un prodotto finito.
- Possiede infine una barriera al vapore acqueo che impedisce il trasferimento di umidità, buone proprietà organolettiche, chimiche, di resistenza e trasparenza. Oggi è la seconda plastica più utilizzata.
Polipropilene in fogli
La sua eccezionale tenacia e resistenza allo strappo fanno del polipropilene un materiale con un’ampia gamma di applicazioni. I fogli di polipropilene sono tra le forme più diffuse e hanno le seguenti caratteristiche:
- facili da utilizzare
- antistatici
- relativamente resistenti ai graffi e ad una varietà di sostanze chimiche
- stabilizzati ai raggi UVA
- resistenti alla temperatura in un intervallo Da -10 a +110 ° C
Inoltre, rispetto ad altre plastiche, il polipropilene contiene pochi additivi e brucia in condizioni favorevoli all’acqua e all’anidride carbonica. Generalmente le loro applicazioni sono industriali e si apprezzano per la loro durata e resistenza agli agenti chimici altamente corrosivi. Possiede inoltre le seguenti caratteristiche:
- Buona resistenza e flessibilità
- Elevata resistenza alla deformazione termica
- Elevata stabilità dimensionale, ovvero elevata resistenza allo scorrimento
Polipropilene espanso
Sviluppato per la prima volta negli anni ’70 come risultato della ricerca su nuove forme di polipropilene, il polipropilene espanso o EPP in breve, è una schiuma altamente versatile di granuli con una conformazione in perle di diversa grandezza e colorazione. Tra le sue proprietà, fornisce un eccellente assorbimento di energia, resistenza a più impatti, isolamento termico, galleggiabilità, resistenza all’acqua e resistenza chimica, e, se non bastasse, è riciclabile al 100% . L’EPP può essere inoltre prodotto in un’ampia gamma di densità, da 15 a 200 grammi per litro.
Le perle di EPP vengono iniettate negli stampi, spesso in alluminio multicavità e la pressione ed il calore del vapore fondono le perle nella forma desiderata. I gradi ad alta densità vengono utilizzati dove la gestione dell’energia è importante, come i paraurti delle auto e i componenti per la sicurezza dei passeggeri all’interno di un’auto. I gradi a bassa densità vengono utilizzati per le applicazioni di imballaggio mentre le densità medie trovano applicazione nei mobili e in altri prodotti di consumo.
- Vedi anche l’articolo dedicato a usi e caratteristiche del poliuretano
Cos’è il Polipropilene Isotattico?
Abbiamo già detto che il polipropilene fu sintetizzato per la prima volta dall’ingegnere chimico italiano Giulio Natta nel 1954. Introdotto sul mercato nel 1957 con il marchio registrato Moplen, fin da subito conobbe una rapida diffusione. Questo materiale si ottiene attraverso la polimerizzazione del propilene. Si presenta come una polvere incolore, inodore e molto leggera. A seconda della disposizione dei gruppi metile CH3, il PP può essere:
- isotattico (PP-I);
- sindiotattico (PP-S, catene in parte cristalline);
- atattico (PP-A/PP-R, con scarso interesse commerciale e usato soprattutto come additivo).
Il primo, il propilene isotattico, è quello più diffuso, con ottime proprietà fisiche, chimiche e meccaniche. Riciclabile al 100%, è facile da lavorare e ha una grande resistenza, sia meccaniche che chimica. Permetto per realizzare oggetti e complementi da esterno, è facilmente colorabile
Usi del propilene
- L’EPP, come abbiamo visto, si utilizza ampiamente nell’industria automobilistica grazie ai suoi vantaggi di efficienza energetica, leggerezza, grande funzionalità, durata e riciclabilità. Le applicazioni includono sedili, paraurti, sistemi di stivaggio, pannelli delle porte, montanti, livellatori del pavimento, scomparti, testiere, kit di attrezzi, alette parasole e pezzi di riempimento.
- L’EPP si utilizza anche negli imballaggi industriali riutilizzabili grazie alla sua durata e alla capacità intrinseca di assorbire energia durante il trasporto. Negli ultimi tempi è sempre più utilizzato in mobili, giocattoli, modellini vari e altri prodotti di consumo grazie alla sua versatilità come materiale strutturale e al suo peso leggero, nonché ad altre caratteristiche prestazionali.
- È approvato anche per l’uso in combinazione con prodotti alimentari. Le sue proprietà di isolamento termico e la resistenza strutturale lo rendono adatto per la produzione di contenitori per alimenti e refrigeratori per bevande e simili. Non consente la crescita microbica e può essere sterilizzato a vapore.
Polipropilene e Plastica: Differenze
Il polipropilene e il polietilene sono due materie plastiche abbastanza simili che sono spesso difficili da distinguere.
- Il polipropilene è leggermente meno utilizzato del polietilene e ha un colore bianco traslucido che è facilmente colorabile. È molto più leggero del polietilene e maggiormente resistente agli elettroliti e agli acidi. È meno flessibile e più difficile da rompere. Supporta le alte temperature meglio del polietilene, rimanendo in perfette condizioni tra 0 ° e 100 ° C. La sua resistenza agli acidi abrasivi è il suo miglior vantaggio. È il materiale in cui è realizzata la maggior parte del nastro adesivo.
- Da parte sua, il polietilene è la plastica più utilizzata al mondo. È anche uno dei materiali più economici che potrai trovare. Resiste alle basse temperature meglio del polipropilene, è più flessibile e ha una grande resistenza all’abrasione, all’impatto e all’usura. Tra -80 ° e 80 ° è perfettamente mantenuto. A causa del suo prezzo basso, è il prodotto principale in cui vengono realizzati i sacchetti di plastica e la schiuma di sicurezza.
Polipropilene e Opinioni
Le sue proprietà uniche e la sua capacità di adattarsi a varie tecniche di lavorazione lo rendono un materiale spendibile per una vasta gamma di usi. Un’altra caratteristica inestimabile è la capacità del polipropilene di funzionare sia come materiale plastico che come fibra (come quei sacchetti promozionali che vengono regalati in occasione di eventi, gare).
La capacità unica del polipropilene di essere prodotto con metodi diversi e in diverse applicazioni significa che sfida molti dei vecchi materiali alternativi: questo è particolarmente vero nei settori dell’imballaggio, delle fibre e dello stampaggio a iniezione. La sua crescita è stata costante nel corso degli anni e rimane uno dei principali attori nel settore delle materie plastiche in tutto il mondo.
Il polipropilene è tossico?
Tra le materie plastiche, ne esistono alcune particolarmente pericolose e tossiche. Ad esempio, in cima alla lista dei materiali più pericolosi c’è il PVC (cloruro di polivinile). In Italia, è ormai vietato dal 1999 nelle bottiglie per alimenti, negli imballaggi, nei giocattoli e in altri oggetti, e il poliuretano. Il polipropilene, nello specifico, ha valori di tossicità molto variabili ma non rientra tra i materiali ritenuti dannosi per la salute.
Teniamo anche presente che plastica per alimenti è da molto tempo ritenuta una scelta sicura perché da decenni i prodotti ammessi in questa categoria (i MOCA, materiali e oggetti a contatto con gli alimenti) devono superare test molto rigorosi che ne certifichino l’idoneità. La sicurezza dei consumatori quando vengono rispettate le leggi è assolutamente garantita da normative italiane ed europee.
Riciclo del Polipropilene
La raccolta del polipropilene si effettua in modo selettivo, una volta che il cittadino ha separato i contenitori, lattine e cartoni in casa e li ha inseriti nel contenitore corrispondente. Questi si trasportano in un impianto di smistamento dove i diversi materiali si separano e successivamente impilati per essere portati in un’industria che si occuperà del riciclaggio. La quantità di polipropilene che si recupera dalla raccolta differenziata è molto ridotta. Ciò poiché il suo volume, soprattutto nei prodotti per la casa, è minimo rispetto ad altre plastiche. Per questo il contributo maggiore di questi prodotti arriva dall’industria tessile, automobilistica e della ristorazione.
Come riciclare?
I metodi più comunemente utilizzati per il riciclaggio del polipropilene sono l’estrusione e l’iniezione oltre al riciclaggio meccanico ed è importante notare che molte materie plastiche non possono essere soggette a riciclaggio illimitato, poiché i pellet che si ottengono sono di qualità inferiore. Quando il materiale è già molto deteriorato si sceglie la strada del recupero energetico. Gli usi che vengono dati al polipropilene una volta riciclato sono molto vari, come ad esempio:
- Forniture per ufficio
- Vasi da fiori e materiali per il giardinaggio
- Borse
- Prodotti per l’industria automobilistica
- Tappezzeria
- Arredo urbano
Il settore automobilistico è quello che ha maggiori opportunità riguardo al riciclo del polipropilene poiché le automobili sono costruite con una grande quantità di questo materiale e il suo riciclo può contribuire ad ottenere nuovi prodotti all’interno dello stesso settore. Il più grande svantaggio del riciclaggio è la difficoltà nel separare il polipropilene da altri materiali, motivo per cui officine e cantieri di demolizione devono fare uno sforzo maggiore per raggiungere questo obiettivo.
I materiali in polipropilene che non sono in buone condizioni e che non assicurerebbero un riciclo redditizio, saranno infine quelli scelti per tramutarsi in recupero energetico tramite incenerimento e per sfruttare l’energia che è contenuta al loro interno e poter così generare energia elettrica o termica.
Una risposta
Nella discussione sul PP non viene menzionato il suo uso se pur di nicchia nel settore complesso delle batterie allo stato solido. Esso rappresenta l’elettrolita Solido del sistema ovvero il luogo da cui si propagheranno gli ioni positivi e negativi verso i rispettivi elettrodi di segno contrario. Poiché non è pensabile per tali ioni un percorso esteso si deve configurare sia una porosità ionica sia uno spessore di pochi mm. Inoltre gli ioni dovranno essere inseriti nel reticolo polipropilenico in precedenza mediante tecnica non nota, per esempio mediante fusione del polimero e successiva solidificazione.