Il Premio Pritzker per l’architettura (Pritzker Architecture Prize in lingua originale) è il più importante premio internazionale per l’Architettura, paragonato per importanza al Premio Nobel. È stato creato nel 1979 dal miliardario Jay A. Pritzker, fondatore della catena alberghiera Hyatt Hotels. È stata scelta l’architettura sia per il coinvolgimento personale del fondatore del premio, sia perché non inclusa tra le discipline premiate con il Premio Nobel.
Noi non siamo indifferenti al contesto in cui viviamo. Case, uffici, spazi pubblici ed aree urbane hanno un impatto significativo sulle nostre vite. Possono accedere o spegnere le nostre energie. Fu proprio questa riflessione nel 1979 che spinse il fondatore della catena alberghiera degli Hyatt Hotel, Jay A. Pritzker insieme alla moglie Cindy, a creare il prestigioso Pritzker Prize, oggi considerato “il Nobel dell’architettura”. Si pensò che un premio importante avrebbe stimolato la creatività e avrebbe diffuso una sensibilità maggiore sul valore dell’architettura. L’attenzione dei coniugi Pritzker nei confronti dell’architettura non sorprende, essendo loro di Chicago, città dove sono sorti i primi grattacieli e dove hanno lavorato alcuni dei migliori architetti al mondo (Louis Sullivan, Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe).
Sin dalla prima edizione il Premio si è prefissato come scopo quello di promuovere un’architettura vicina all’uomo e all’ambiente. Nella storia del premio tante sono le personalità da ricordare, tutte diverse tra loro, ma tutte hanno dato un contributo significativo all’umanità, attraverso le loro opere che combinano talento, visione, genio ed impegno.
Ogni anno la Fondazione Hyatt raccoglie segnalazioni da ogni parte del globo e forma così la rosa dei candidati. In seguito la giuria internazionale Pritzker sceglie il vincitore che riceve 100.000 dollari, un certificato con la motivazione ufficiale e una medaglia di bronzo.
Il riconoscimento ha carattere internazionale e la cerimonia di premiazione non ha una sede fissa. Il premio ha girato 3 continenti e 14 paesi. L’Italia ha ospitato per ben 2 volte il Premio: a Palazzo Grassi a Venezia nel 1990 quando fu premiato Aldo Rossi e nel 2002 a Roma in piazza del Campidoglio quando fu premiato l’australiano Glenn Murcutt, oggi presidente di giuria.
Vedi anche l’articolo dedicato a Hans Hollein, uno dei vincitori
Premio Pritzker 2019: Arata Isozaki
L’87enne architetto giapponese Arata Isozaki ha vinto il Premio Pritzker 2019, il “Nobel dell’architettura”. Ha conquistato la giuria con il suo approccio visionario, originale, versatile ed internazionale. È il 46° vincitore del Premio Pritzker nonché l’ottavo architetto giapponese a ricevere questa prestigiosa onorificenza. Arata ha colpito tutti per la sua profonda conoscenza della storia e della teoria dell’architettura ma anche per il suo sguardo rivolto all’avanguardia. Le sue architetture hanno creato un forte e duraturo legame tra Oriente ed Occidente.
La carriera di Isozaki dura da oltre sessant’anni durante i quali ha firmato oltre 100 edifici in Asia, Europa, Australia, Medio Oriente e Nord America. Grande urbanista e studioso, ha vinto numerosi premi tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia 1996 e la medaglia d’oro RIBA per l’architettura bel 1986.
Tra le sue principali opere ricordiamo l’Alliaz Tower nel quartiere CityLife di Milano che con i suoi 209 metri è il secondo edificio più alto d’Italia, la Shanghai Symphony Hall, il Qatar National Convention Center, il Ceramic Park Mino e l’Art Tower Mito in Giappone e il Pala Alpitour. In Italia ha firmato la stazione dell’alta velocità di Bologna e il Palasport Olimpico di Torino per le Olimpiadi Invernali del 2006.
Una delle sue opere più note ed apprezzate è l’impianto sportivo Palau Sant Jordi di Barcellona, in Spagna, progettato per i Giochi Olimpici Estivi del 1992. Il tetto a cupola ricorda le tecniche di costruzione catalane, mentre la forma inclinata è ispirata ai templi buddisti. Questa, come tutte le sue altre opere, testimonia le influenze globali del suo lavoro.
Nato nel 1931 nella terza isola più grande del Giappone, aveva solo 14 anni quando le bombe nucleari furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki dagli Americani. Ricordando la distruzione della sua città natale, disse che la sua prima esperienza architettonica fu il vuoto dell’architettura e la necessità degli uomini di ricostruire le loro case e le loro città.
Premio Pritzker 2016: Alejandro Aravena
Alejandro Aravena ha sperimentato una pratica collaborativa che produce potenti opere di architettura e al contempo affronta le principali sfide del XXI secolo. Il suo lavoro offre opportunità economiche ai meno privilegiati, mitiga gli effetti delle catastrofi naturali, riduce il consumo energetico e fornisce un accogliente spazio pubblico. La sua opera è innovativa e stimolante e dimostra come l’architettura al suo meglio sia in grado di migliorare la vita delle persone. Per queste motivazioni, il cileno Aravena è stato designato nel 2016 del Premio Pritzker. Con lo studio Elemental S.A. si pone l’obiettivo di realizzare opere di interesse pubblico volte all’impegno sociale. La chiave è la progettazione partecipata. Gli utenti finali sono chiamati in prima persona non solo a personalizzare la propria casa e a terminare la costruzione in base alle proprie esigenze e disponibilità economiche, ricorrendo all’autocostruzione.
Una dei più interessanti lavori di Aravena è stata la ricostruzione della città di Constitucion, che fu colpita nel 2010 da un violento terremoto di magnitudo 8 e da uno tsunami. Ogni famiglia ha ricevuta una casa solo in parte costruita, ma già dotata di bagno, cucina e due camere, e che poteva essere ampliata secondo le disponibilità economiche. Aravena ci tiene però a precisare che la progettazione partecipativa non è una cosa hippie o romantica.
Premio Pritzker 2004: Zaha Hadid
Cittadina britannica di origine irachena, Zaha Hadid ha fatto la storia dell’architettura. È stata la prima donna a ricevere il prestigioso Premio Pritzer nel 2004 all’età di 53 anni. La Giuria si rivelò entusiasta della scelta e la definì un’artista molto creativa che con il suo lavoro esplora ed esprime il mondo in cui viviamo. Hadid è il terzo architetto britannico a ricevere il premio dopo James Stirling e Lord Foster.
Persona schietta ed dal vivace intelletto, Zaha Hadid, in seguito al premio, dichiarò che il suo essere donna condizionava la sua posizione di architetto e i suoi rapporti con la committenza, ma anche l’atteggiamento dei media nei suoi confronti, ad esempio i continui attacchi sul suo stile e sul suo abbigliamento.
Vedi anche l’articolo dedicato ad Aldo Rossi, primo architetto italiano a ricevere il premio nel 1990.
Per lei l’architettura deve essere piacevole e deve dare l’idea del lusso.