Profondità di campo, un concetto che appartiene soprattutto al mondo della fotografia ma non soltanto, definito in inglese depth of field. Si tratta di una vera e propria area dell’immagine, all’interno della quale i dettagli e le caratteristiche appaiono particolarmente definiti. Importante è non confondere il concetto di profondità di campo con quello di punto focale. Nel caso del punto focale, si tratta semplicemente di un punto. D’altra parte, il nostro occhio è in grado di percepire come nitida anche una zona più o meno ampia di fronte e dietro di lui. Questo corrisponde alla profondità di campo, una nozione che in fotografia ricopre un ruolo centrale. Non a caso, un termine con il quale spesso si parla della profondità di campo è proprio profondità del campo nitido.
La macchina fotografica è uno strumento che, in questo campo, offre una ampia gamma di soluzioni creative. D’altra parte, in questo modo, mettendo a fuoco con la macchina fotografica su un punto di un certo piano focale, riusciamo a notare fin da subito il campo nitido a nostra disposizione. Di base, dobbiamo sapere che la zona di nitidezza è sempre più estesa dietro al punto di fuoco, piuttosto che nella zona anteriore. Inoltre, non appena un elemento esce da questa fascia, la sua nitidezza diminuisce gradualmente fino poi ad apparire del tutto sfocato. Come vedremo meglio e più nei dettagli all’interno di questo articolo, i fattori che influenzano la depth of field in fotografia sono di diverso tipo.
Imparare a controllarla potrebbe sembrare relativamente complesso, conoscere le regole principali che permettono di stabilire la profondità del campo nitido ci permette di ottenere risultati più soddisfacenti. Le dimensioni della profondità di campo cambiano anche a seconda di quello che il nostro obiettivo. Per esempio, una minor profondità di campo, abbiamo la possibilità di focalizzare l’attenzione sul soggetto dell’immagine. Questo può essere utile, ad esempio, nelle fotografie di ritratto proprio per esaltare di più il soggetto centrale. Vediamo la definizione in fotografia, esempi concreti e come calcolarla.
Profondità di campo in fotografia
Profondità di campo in fotografia, un concetto centrale per comprendere quali sono le linee guida di questa forma d’arte sempre più diffusa e sempre più apprezzata. Una informazione importante da tenere a mente è che, nel caso della messa a fuoco, è possibile ottenerla soltanto su di un unico piano ortogonale all’asse ottico. Per ciò che riguarda la messa a fuoco invece, ci riferiamo alla quantità globale dei piani ripresi, che devono naturalmente mantenere una sufficiente apparenza di nitidezza. I dettagli devono esser ben visibili, sufficientemente a fuoco. In fotografia, l’ampiezza di questa zona a fuoco e particolarmente nitida corrisponde dunque alla depth of field della nostra fotografia.
Da una parte, ci riferiamo a un’ampia profondità di campo quando la fascia di nitidezza è più estesa, mentre la ridotta profondità di campo si riferisce a quando questa stessa area è più piccola. Decidere quale profondità del campo nitido utilizzare dipende dal nostro obiettivo, proprio perchè in fotografia possiamo ottenere risultati differenti. Una minor profondità di campo può essere d’aiuto quando desideriamo concentrare l’attenzione sul soggetto dell’immagine. Questo strumento è ideale, per esempio, nelle fotografie di ritratto.
Concentrare in una zona più piccola l’area di massima nitidezza, riesce a far esaltare di più la persona ritratta. D’altra parte, una ampia profondità di campo, invece, offre la possibilità di rendere nitidi più dettagli di un’immagine. Questo è il caso delle fotografie di panorama, in cui il paesaggio è più ampio e quindi vogliamo rendere ben visibile ogni elemento della fotografia. La scelta dipende anche dalla distanza, un paesaggio ripreso da kilometri di distanza non potrà mai apparire nitido all’occhio umano come una foto in primo piano.
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Profondità di campo: definizione
La definizione della profondità di campo si riferisce alla zona in cui gli oggetti nell’immagine appaiono ancora nitidi e sufficientemente focalizzati, nonostante il piano a fuoco sia uno soltanto. A differenza del punto focale, che è soltanto uno, è importante sapere che il nostro occhio riesce a percepire un’area più ampia come nitida e bene a fuoco. Lo spazio della profondità del campo nitido, anche detta di campo, ingloba anche il punto focale. La percezione di questa zona, più o meno ampia a seconda di alcune impostazioni, è possibile quando mettiamo a fuoco con la macchina fotografia. In questo modo, possiamo notare come il nostro occhio percepisca in modo nitido anche una parte davanti o dietro al punto di messa a fuoco. Nella maggior parte dei casi, la zona di nitidezza è sempre più estesa dietro al punto di fuoco piuttosto che davanti.
Teniamo anche presente che, oltre al mondo della fotografia, il concetto di profondità torna utile in altri settori, come quello del cinema. Non a caso, il campo di profondità, anche chiamato profondità di fuoco o depth of field, nel mondo del cinema ha un significato diverso. Qui corrisponde alla distanza tra il punto più vicino e il punto più lontano, partendo all’apparecchio da ripresa. Il piano di riferimento è quello della scena inquadrata, che riesce ad apparire nitido sul piano focale e, di conseguenza, sulla pellicola. Un tempo si utilizzava un profondità del campo nitido parecchio ampia, abitudine ormai caduta in disuso grazie anche all’avanzare della tecnologia.
Nello specifico, questo cambiamento è dovuto al fatto che l’utilizzo dei microfoni sul set portò ad una diminuzione della depth of field. Questo perchè l’eliminazione delle lampade ad arco, molto luminose ma altrettanto rumorose, insieme alla diminuzione della luce sul set, ha portato sempre più la necessità di aprire il diaframma così come l’utilizzo di ottiche sempre più luminose.
Profondità di campo: esempi
Per quanto il concetto di depth of field sia centrale per poter conoscere davvero il campo della fotografia e anche della ripresa, è importante prendere in considerazione anche il suo significato simbolico. Riuscire a mettere a fuoco il soggetto di una foto, anche di diverso tipo, ci permette di focalizzare fin da subito la nostra attenzione in quella direzione. I dettagli appaiono nitidi e il messaggio da trasmettere risulta chiaro fin da subito, senza possibilità di interpretazione. D’altra parte, in immagini meno focalizzate, lo scopo è proprio quello di sfumarsi. Possiamo lasciare più spazio al soggetto che osserva la fotografia, affidandogli il compito di interpretare. Inoltre, ha la possibilità di aggiungere tutti i significati e le denotazioni che vuole a ciò che si intravede soltanto.
In questo modo, accresce l’aspetto suggestivo della fotografia, con un significato emotivo del tutto differente. Vediamo ora alcuni esempi di fotografia con diversi utilizzi della profondità di campo.
Ritratto di persona
Ritratto di persona con ridotta profondità di campo. In questo caso specifico, il nostro obiettivo è proprio quello di centrare l’attenzione sul soggetto. Il consiglio è quello di usare un obiettivo con elevata lunghezza focale, meglio ancora se un teleobiettivo (70-200mm). Il punto di messa a fuoco singolo deve essere posizionato sul soggetto. Il soggetto in primo piano o a mezzo busto deve essere ripreso da vicino, per aumentare la nitidezza. Inoltre, è importante impostare un diaframma aperto, con riferimento a un numero piccolo come f/2,8 o f/3,5. Di conseguenza, dobbiamo regolare i tempi di scatto e ISO.
Panorama con ampia profondità di campo
Nel caso di un paesaggio, l’obiettivo non è quello di focalizzare l’attenzione in primo piano rendendo sfocato lo sfondo. Infatti, ogni dettaglio deve essere chiaro rendendo ben definita l’immagine globale. Prima di tutto, è bene usare un obiettivo con minor lunghezza focale, come nel caso del grandangolo a 18-35mm. In questo caso, per diminuire il campo di nitidezza, dobbiamo impostare un diaframma chiuso. Il riferimento è quello di un numero grande, come f/11 – f/16. Il punto di messa a fuoco si localizza all’incirca a metà dell’immagine.
Il piano focale di riferimento è quello intermedio, inoltre possiamo usare il calcolo dell’iperfocale. Stiamo parlando di particolare distanza di messa a fuoco, utile per ampliare la profondità di campo e ottenere da una certa distanza una buona messa a fuoco. Dobbiamo sempre regolare i tempi di scatto e ISO di conseguenza.
- Vedi anche l’articolo dedicato al diaframma in fotografia
Profondità di campo: calcolo
Passiamo ora al calcolo della profondità di campo, punto si partenza essenziale soprattutto per la fotografia a livello professionale. Di base, come abbiamo già accennato nel paragrafo precedente, più piccola è l’apertura del diaframma, maggiore è la profondità di campo. D’altra parte, più grande è l’apertura del diaframma, minore è la profondità di campo. Importante è sapere che, con il termine diaframma, ci riferiamo a quel meccanismo utilizzato per regolare la quantità della luce che attraversa l’obiettivo. Lo scopo è proprio quello di regolarsi in maniera analoga all’iride dell’occhio umano.
Un altro punto importante da prendere in considerazione, parlando di depht of field, è la lunghezza focale. Questa misura di calcola in millimetri e corrisponde alla distanza fra il centro ottico dell’obiettivo e il piano di messa a fuoco. Per ciò che riguarda la nitidezza, maggiore è la lunghezza focale dell’obiettivo, minore è la profondità di campo mentre minore é la lunghezza focale dell’obiettivo, maggiore è la profondità di campo. Infine, parliamo anche dell’importanza della distanza del soggetto. Di base, più il soggetto messo a fuoco è distante, maggiore è la profondità di campo e, al contrario, più il soggetto messo a fuoco è vicino, minore è la profondità di campo.
La formula di calcolo della profondità di campo fa riferimento alla distanza iperfocale, di cui abbiamo già parlato. La distanza iperfocale è uguale a focale^2 / (Diaframma x diametro del circolo di confusione).
Sia I la distanza iperfocale, S la distanza di messa a fuoco scelta, F la lunghezza focale, sia DL la distanza dell’estremo lontano del campo nitido, e DV la distanza dell’estremo vicino.
2 risposte
come si valuta il diametro del circolo di confusione ?
Ricaviamo il circolo di confusione partendo dalla diagonale dell’immagine. Nello specifico, usiamo la formula Zeiss, secondo cui il circolo di confusione è uguale diagonale dell’immagine diviso 1730.