Il design di questa seduta “cult” nacque quando Ludwig Mies van der Rohe ricevette l’incarico di progettare il Padiglione Tedesco per l’Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929.
Egli disegno’ un edificio che in seguito è diventato il simbolo stesso dell’architettura modernista, caratterizzato da una struttura fatta di piani orizzontali e verticali costruiti in marmo, pareti di onice, vetri colorati e colonne cromate.
L’architetto ritenne che nessuno dei mobili esistenti potesse essere utilizzato in questo spazio aperto e privo di barriere per cui, a completamento del padiglione, disegno’ la sedia Barcelona e lo fece in modo tale che non apparisse troppo solida, ne che avesse alcun impatto sulla fruizione degli spazi.
Dato che all’interno del padiglione dovevano essere ricevuti i Reali di Spagna, Mies van der Rohe si propose di creare una sedia che fosse: ” importante, elegante, monumentale“.
Utilizzo’ un telaio a forbice (con due gambe incurvate in acciaio cromato), collegando i due lati con una traversa fissata tramite bulloni, e fece saldare e limare a mano l’intero telaio.
L’acciaio piatto era un materiale molto esclusivo all’epoca; i bulloni furono abilmente nascosti da cinghie di pelle. Tutto ciò’ rendeva le sedie, nella versione originale, molto laboriose e costose da produrre.
Quando Knoll inizio’ a produrle, nel 1948, decise di modificare il telaio creandone uno in un unico pezzo saldato; questa soluzione ridusse la necessità della lucidatura e levigatura. Come ulteriore modifica, nel 1964 l’acciaio cromato venne sostituito con acciaio inossidabile lucidato.
Nonostante le modifiche apportate nel tempo, il telaio è rimasto comunque una struttura in evidenza, dove il concept si basa su una sedia a sbalzo, messa in evidenza dal sedile flottante.
Per gli interni del Padiglione Tedesco, Mies scelse per le sue sedie un rivestimento in pelle color marron glacé che, accostato alle pareti in onice, dava ampio respiro all’ambiente.
La sedia Barcelona non era nata per la produzione in serie, ma è diventata un oggetto “cult” grazie al suo famoso progettista, che la utilizzo’ per gli interni di molti suoi edifici in particolare nelle aree destinate al ricevimento del pubblico: questo spiegherebbe perché ancora oggi si veda spesso nelle sale d’attesa di molti uffici.
Arch. Elena Valori