Gli anni Sessanta videro il dilagare di mobili prodotti con materiali moderni ed economici, come le plastiche stampate a iniezione.
I mobili gonfiabili e usa e getta divennero parte integrante dell’evoluzione degli spazi interni e dell’arredamento, riflettendo il sovvertimento socio-culturale giovanile di quel decennio.
In questo clima di grandi cambiamento, il produttore italiano Zanotta seguì il filone del mobili “Pop” mettendo in produzione la Poltrona Sacco, progettata da Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro nel 1968.
In origine i designer avevano pensato di utilizzare un involucro trasparente riempito con un liquido, ma il peso eccessivo e le difficoltà di riempimento portarono all’ingegnosa scelta di utilizzare un involucro riempito con delle palline di polistirene semiespanso.
Presto la Poltrona Sacco divenne la seduta del jet-set anche se, a causa delle difficoltà incontrate nel far brevettare un sacco di palline di polistirolo, insieme alla facilità di realizzazione del prodotto, ben presto il mercato fu sommerso da un’ondata di riproduzioni dell’originale.
Oggetto divertente, comodo e di tendenza, la Poltrona Sacco è in perfetta sintonia con i tempi in cui è stata realizzata, e ancora oggi sopravvive grazie al suo design pionieristico, e come immagine simbolica della tendenza all’ottimismo tipica degli anni Sessanta.
Arch. Elena Valori